La Salvia o Salvia Officinalis, appartiene alla famiglia delle Labiatae ed è originaria dell’Europa meridionale, la si trova facilmente anche in Asia meridionale, in India e in Nord America. Cresce nelle zone pianeggianti e in quelle collinari dove fiorisce  esponendo al sole i boccioli violacei.

Il suo nome deriva dal termine “Salus” e si riferisce al fatto che i Galli ritenevano questa pianta fosse in grado di curare tutte le malattie, nello specifico quelle febbrili.

Nell’antica Roma era considerata un arbusto sacro così come in Cina  dove era denominato la pianta della longevità. Appartiene all’antica scuola di Salerno il detto:” Cur moriatur homo cui salvia crescit in horto?” “Perchè deve morire l’uomo nel cui orto cresce la salvia?”

Sulle foglie, piccole lance dentate, spesse e dure, si trovano i principi attivi, benefici ed eudermici. Queste proprietà  forniscono un aiuto concreto in caso di disturbi legati alla menopausa e nei casi di intestino irritabile ma non solo. Oltre all’impiego culinario la Salvia è conosciuta fin dai tempi antichi per le sue proprietà antisettichetonificantidrenanti ed elasticizzanti.

Uno dei componenti di quest arbusto sempreverde è l’olio essenziale che insieme agli acidi fenolici ( salvina  e salvina momometiletere) combatte i batteri e i funghi presenti sul tessuto epiteliale.

Come e quando utilizzare la Salvia

Utile per appianare stati d’ansia e stress, la salvia incide sulla stabilità nervosa che ha ripercussioni a livello dello strato epiteliale provocando talvolta o peggiorando gli stati acneici. I flavonoidi invece come la Luteolina, la salvigenina, la genkwanina, la cirsi maritina e la ispidulina svolgono un’azione antiossidante ed immunoprotettiva proteggendo il dna dai cromosomi e mitocondri che si oppongono al rinnovamento cellulare. Essi favoriscono il corretto funzionamento del microcircolo e contrastano la fragilità dei capillari evitando gli edemi. Non solo rendono la pelle luminosa ed elastica ma impediscono anche la perdita di tono. Le proprietà antiinfiammatorie soprattutto a livello epiteliale sono dovute all’acido carnosico e ai triterpeni ( amirina, betulina, acido crategolico ed acido 3-idrossi-ursolico ).